WE MADE FOR LOVE
presenta BEAUTIFUL MEN
di Marcello Bonfanti a cura di Daniela Boni.
CREATIVITY OGGETTI
presenta
Dialogo tra fotografia &
gioiello contemporaneo con
Myriam B, Seulgi Kwon,
Ana Hagopian, Paola Volpi
dal 30 aprile – 31 maggio 2014
Presso WE MADE FOR LOVE Via Lodi 25 –Torino
Gli spazi dell’Associazione culturale Made ospitano, BEAUTIFUL MEN,
progetto fotografico di Marcello Bonfanti, racconto visivo di un viaggio
in tre Paesi di tre continenti diversi, Cuba, Cina e Tonga, alla
scoperta intima di una dinamica universale: l'affermazione di
un'identità di genere diversa da quella biologica.
In occasione della mostra quattro artiste del gioiello contemporaneo
realizzeranno delle opere ad hoc : Seulgi Kwon (Corea del Sud)
interpreta Beijin con gioielli in silicone, Ana Hagopian (Argentina)
interpreta il mood di Tonga con i suoi gioielli in carta e Myriam B
(Italia) interpreta Cuba con le sue creazioni nei materiali più diversi;
infine la designer Paola Volpi, realizzerà dei gioielli con filtri
industriali come omaggio al mondo delle drag queens.
Il viaggio comincia a Cuba, nelle stanze segrete di San Isidro, un
quartiere popolare di L'Avana dove, di notte, gli uomini, come
crisalidi, si trasformano in donne. Si esibiscono quindi in spettacoli
clandestini di cabaret, pubblicizzati all'ultimo momento per un’audience
ristretta in locations segrete decise di volta in volta, al riparo dalla
repressione di stato (in atto nel 2004, quando sono state scattate le
foto) e dalla cultura machista.
Il percorso prosegue poi in Cina, spostandosi nei
backstage dei cabaret gay di Pechino, dove alcuni gruppi di drag queens
negli ultimi anni sono usciti allo scoperto, dopo aver segretamente
mantenuto in vita per decenni una secolare tradizione, quella
dell'interpretazione di ruoli femminili da parte di uomini, nata col
teatro dell'opera cinese e soppressa da Mao. Lo sguardo dell'autore
indaga infine sulla secolare tradizione dei Fakaleiti polinesiani,
considerati il terzo sesso delle Isole Tonga. I Fakaleiti sono uomini
cresciuti per loro scelta o per scelta della famiglia, come se fossero
donne. Ciò può soddisfare le spontanee inclinazioni del bambino, o
l'esigenza di una figlia femmina all'interno di una famiglia in cui ci
sono solo figli maschi. I Fakaleiti, integrati e rispettati dalla
società tongana, svolgono il compito di valletti presso la famiglia
reale. Il peso delle convenzioni vacilla nel progetto fotografico
BEAUTIFUL MEN, che ci traghetta nell'inconscio dei protagonisti, dove la
psiche prevale sulla biologia e trasforma il maschile in femminile. Un
processo in cui il corpo diventa incongruente rispetto alla mente,
facendo affiorare il malinconico desiderio di pacificazione della forma
con la sostanza. Una forma che insegue un'armonia desiderata, ma mai
pienamente raggiunta. In questo processo, l'abito non ha solo un senso
pratico ed estetico, ma diventa simbolo di affermazione indentitaria. Un
processo che stride rispetto all'idea di una norma biologica, messa in
dubbio da queste immagini che la fanno apparire come una semplice
aspettativa e non come qualcosa di universalmente valido. Di universale
colgono invece il ricorrere di una dinamica che si manifesta in tutte le
parti del mondo, attingendo dai simboli, dall'estetica, dalle tradizioni
e dalla cultura del luogo. Cultura che a volte reprime, a volte nasconde
e a volte accetta ed integra. L'intensità delle immagini di Marcello
Bonfanti nasce da un profondo studio della storia della pittura. La
composizione rinascimentale e l'impianto di luci spesso barocco,
staccano le figure dal contesto, le nobilitano e sottolineano l'identità
dei personaggi. Un'identità spesso sofferta, stridente, tormentata e
alla ricerca di affermazione tramite l'accurata costruzione di una
bellezza esteriore, che cancella il se di partenza. L'autore usa
l'immediatezza della fotografia per raccontare la gioia che segue il
dolore della metamorfosi, la leggerezza dell'apparire che cancella la
pesantezza dell'introspezione. Le immagini contengono una dualità spesso
contraddittoria, che anche in tanti altri settori caratterizza il genere
umano, contraddizione che lo sguardo di Marcello Bonfanti ha saputo
catturare e riportare con sensibilità e rispetto.